Il “Piano Desertech” per portare energia in Europa
Nei giorni scorsi è stato presentato ufficialmente a Londra il primo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) sulle prospettive energetiche dell’Africa sub-sahariana (“Africa Energy Outlook”).
E’ seguito un incontro operativo a Roma tra le istituzioni e le delegazioni dei paesi africani, insieme alle imprese che guardano alle nuove opportunità di affari legate al cd. “Piano Desertech”, ossia enormi distese di pannelli solari del deserto del Sahara per portare l’elettricità in Europa.
Si tratta di un progetto inquadrato nell’ambito di una politica che guarda alle potenzialità dell’Africa sub-sahariana, che ha bisogno di una crescita forte, duratura e sostenibile.
Diversi paesi africani sono tra i massimi produttori di idrocarburi, di minerali e di altre risorse naturali, e ciò, congiunto alla creatività e capacità di innovazione della sua giovanissima popolazione, potrebbe consentire al continente africano di cogliere l’opportunità di una crescita sostenibile, nel senso pieno dell’espressione, diversificando le proprie economie mediante mirati investimenti nei settori della formazione e dell’innovazione.
Aumentare l’accesso a forme moderne di energia è cruciale per sbloccare lo sviluppo economico e sociale più velocemente in Africa sub-sahariana, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA).
“Un migliore funzionamento del settore energetico è vitale per assicurare che i cittadini dell’Africa sub-sahariana possano soddisfare le loro aspirazioni”
sostiene Maria van der Hoeven, direttore esecutivo IEA.
Nel rapporto in esame dell’Agenzia internazionale per l’energia, si constata che le risorse energetiche dell’Africa sub-sahariana sono più che sufficienti a soddisfare le esigenze della sua popolazione, ma che il freno è rappresentato dal sottosviluppo della regione.
L’area rappresenta quasi il 30% delle scoperte di petrolio e gas mondiali realizzate nel corso degli ultimi cinque anni, ed è già sede di diversi produttori di energia importanti, tra cui Nigeria, Sud Africa e Angola.
La regione è inoltre dotata di enormi risorse energetiche rinnovabili, tra cui l’energia solare e idroelettrica, così come quella eolica e geotermica.
Il “Piano Desertech” potrà far nascere una vera cooperazione tra il continente africano e quello europeo, all’insegna delle nuove tecnologie e delle reti elettriche. Le imprese italiane dovranno cercare di garantirsi un nuovo consistente bacino di affari, grazie a possibili investimenti aggiuntivi che solo nel settore dell’energia potrebbero superare da qui al 2040 i 450 miliardi di dollari, necessari per incrementare di almeno un terzo i target indicati finora, che le ultime stime giudicano insufficienti ad innescare il livello minimo di sviluppo nell’Africa Sub-sahariana.
“Gli ultimi decenni hanno segnato una perdita di posizioni per le imprese italiane in Africa – afferma Luigi Efisio Marras, direttore generale per la mondializzazione le questioni globali del ministero degli esteri italiano – le riconosciute competenze delle nostre imprese, da quelle della generazione elettrica a quelle della distribuzione, dai costruttori di infrastrutture a quelli degli apparati, possono godere di una posizione di vantaggio”.
Numerose sono le imprese pronte a cogliere le opportunità offerte dal continente africano e non solo i grandi nomi dell’industria e dei servizi, come Enel e Terna, pronti ad affiancare le tradizionali attività dell’Eni nell’upstream di idrocarburi.
Ci sono anche il Gse (il gestore tecnico-operativo dei nostri sistemi energetici) e l’Authority italiana dell’energia, che lavoreranno sul fronte della regolamentazione e delle strutture operative.