Avviare attività e investimenti in Cina: spesso le Pmi italiane non sanno come fare
Al termine dell’intensa settimana appena trascorsa, durante la quale una delegazione cinese guidata dal primo ministro cinese Li Kegiang ha avuto un fitto calendario di incontri con esponenti della politica e dell’economia italiana, è possibile tirare le somme e analizzare i risultati maturati.
Il mercato cinese è sempre più attraente per le imprese italiane ma, ha affermato Wang Jian (Bank of China) nel corso del primo China Italy Financial Summit tenutosi a Milano, c’è un problema di fondo: “Ho lavorato per Bank of China in Italia per quattro anni e ho incontrato tante imprese che erano molto interessate al mercato cinese ma spesso non sanno dove cominciare, da dove poter entrare nel nostro Paese per poter sviluppare il loro business“.
Le Pmi italiane, prosegue Wang Jian, “hanno difficolta’ in Cina perche’ non sanno come trovare un partner o quali regolamenti devono osservare. Cina e Italia hanno diversi svantaggi e vantaggi e i vantaggi cinesi possono andare a compensare gli svantaggi italiani e viceversa. Le difficoltà principali per gli investimenti transnazionali delle Pmi, sono le molte informazioni da reperire, i costi di esplorazione del Paese, la difficoltà a trovare il partner giusto e anche le incomprensioni culturali“.
Ed è per questo che Pechino, con l’apertura di due filiale della Banca di Cina a Roma e a Milano, sta facendo dei passi in avanti concreti per attrarre le Pmi italiane sul proprio mercato, proponendo una sorta di guida all’investimento.
Emerge dunque la necessità per le Pmi italiane di rivolgersi consulenti e studi legali che siano intermediari affidabili, in grado di assicurare prestazioni legali di alto profilo, a stretto contatto con contro parti cinesi di pari livello.
La conferma di questa “voglia di Cina” viene da un’indagine della Camera di commercio di Milano sugli imprenditori lombardi: la Cina è vista più come un’opportunità (da due imprenditori su tre) che come un rischio. E i rapporti economici tra Lombardia e Cina continuano a crescere, +2%. Per un valore di oltre 6 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2014, con un export che segna un +3,3% e sono oltre quattrocento le imprese milanesi e lombarde coinvolte nelle iniziative della Camera di commercio di Milano, principali settori: cosmetica, oro, macchinari, materiali da costruzione.
Ma anche il Lazio ha manifestato il suo interesse per la Cina con due Workshop a Roma su modelli istituzionali e business, promossi da Sviluppo Lazio, che hanno avuto come tema il confronto con alcune delle eccellenze produttive e innovative del Lazio, dal sistema portuale di Civitavecchia al consorzio industriale di Castel Romano, passando per la promozione turistica ed enogastronomica del Lazio rivolta espressamente al mercato cinese.
Nel complesso dunque, la settimana cinese ha fruttato una ventina di accordi per 8 miliardi di euro, dal contratto da 400 milioni di euro tra Finmeccanica-AgustaWestland il gruppo cinese Beijing Automotive Industrial Corporation (Baic) per la fornitura di 50 elicotteri di vari modelli che verranno destinati a compiti di pubblica utilità, all’accordo siglato da Cassa depositi e prestiti e China Development Bank per rafforzare collaborazione fra i due istituti con “L’obiettivo di effettuare operazioni congiunte per complessivi 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni in diverse aree di attività, inclusi progetti infrastrutturali, investimenti azionari diretti e finanziamenti per l’export“.
Inoltre un Memorandum of understanding per operazioni di investimento comune del valore massimo di 500 milioni di euro per ciascuno dei due istituti è stato sottoscritto tra Fondo strategico italiano e China Investment Corporation (CIC International), infine è stato siglato un protocollo d’intesa anche tra l’Enel e l’istituto finanziario Bank of China, leader nel settore bancario cinese.